2 minuti. 120 secondi di ritardo. E’ per questo che Lord Michael Bates, Ministro britannico del Dipartimento per lo Sviluppo, ha rassegnato le sue dimissioni.
I fatti: alla Camera dei Lord e’ in corso una seduta, e nel consueto question time (lo spazio dedicato alle domande da rivolgere direttamente agli esponenti del governo), la parlamentare Ruth Lister aveva formulato una interpellanza proprio a Sir Bates, il quale, sempre presente, questa volta non c’era ed e’ riapparso in aula proprio due minuti dopo che gli era stato posto l’interrogativo. Il Ministro si e’ prontamente scusato e ha deciso di dimettersi in tempo record (senza ritardo, stavolta) per non essere stato al suo posto.
Una storia che sa di british, ma anche di fetish.
Mr. Bates, che certo e’ da applaudire per questo gesto, si e’ prodigato in un atto che sconfina nell’esibizionismo: ha confuso (in bonta’ d’animo, certo) l’essere assente con l’essere delinquente, attribuendo a un errore temporale un giudizio definitivo sulla sua carriera. Ma la politica non si misura in ore, figurarsi in minuti. Specialmente se quei due minuti erano stati spesi per fare qualcosa di produttivo.
Queste sono scene a cui assisteremmo raramente in Italia, ma se il principio temporale dovesse valere anche nella Repubblica, vi immaginate quanto sarebbe difficile formare un governo? Vuoi per i ritardi alla bouvette, vuoi per quelli impiegati a giocare a nascondino con i primi ministri esteri e vuoi per quelli volutamente improduttivi, saremmo costretti a fronteggiare continuamente defezioni nell’esecutivo.
Morale della favola: in Gran Bretagna tutti hanno espresso il loro dissenso alla decisione di Lord Bates, e anche il Primo Ministro Teresa May ha respinto le dimissioni; in Italia avremmo esaltato quel gesto a simbolo di virtuosismo, da non copiare pero’, perche’ a furia di fare i migliori ci si diventa per davvero.
Ma, nessuno ce lo ha chiesto: meglio continuare a ritardare, concentrando i propri pensieri nel mondo dei sogni.
Torni al suo posto, Sir Bates, e non si preoccupi di quei minuti di assenza. A volte e’ anche meglio di una finta presenza.
Come si dice in questi casi, “ci scusiamo per il disagio”.