Lo scorso Novembre, durante la visita di Donald Trump in Cina, e’ accaduto un fatto curioso che poteva diventare pericoloso.
Mentre The Donald e consorte sono attesi nella Grande Sala del Popolo su piazza Tienanmen, dietro le quinte accade qualcosa di imprevisto: l’ufficiale americano con in mano il nuclear football, cioe’ la valigetta contenente i codici per un lancio di missili nucleari, e’ stato fermato dai cinesi a un tornello di metal detector.
Trump non si accorge di quanto sta succedendo nelle retrovie e tira dritto, ma c’e’ un problema: quella valigetta deve essere sempre a disposizione del Presidente degli Stati Uniti d’America, ovunque egli si trova.
Insomma, stava per accadere un incidente diplomatico.
Per fortuna interviene il generale Kelly, capo di Gabinetto della Casa Bianca, il quale preso di coraggio si ispira al football nazionale e improvvisa un’offensiva collettiva: tutti insieme varcheranno quei cancelli, in un unico blocco, valigetta compresa.
Ci sono un po’ di spintoni, qualche placcaggio, ma alla fine il gioco di squadra ha la meglio e il Presidente torna in possesso del suo prezioso bagaglio a mano.
Detto che sarebbe auspicabile un protocollo piu’ efficace in queste occasioni, vi immaginate cosa sarebbe successo se un cinese si fosse appropriato dei codici nucleari americani?
Magari avrebbe iniziato a smontare la valigetta pezzo per pezzo per capirne il meccanismo e avviarne una produzione in serie; oppure avrebbe sostituito i pezzi originali con qualche ricambio rigorosamente made in China; o ancora avrebbe forse stampato un manuale di istruzioni (in cinese certo) in modo tale da far desistere chiunque dal suo utilizzo.
Probabilmente non avrebbe premuto alcun bottone pero’: quella e’ roba di Donald e Kim.
I cinesi infatti non sono interessati a un singolo pulsante, preferiscono le tastiere. Perche’ in fondo, se bisogna scegliere qualcuno da far saltare, e’ sempre meglio che siano tasti, e non teste.
Alta Mediocrita’
L’efficienza cinese e’ nota per ottenere il miglior rapporto costo-risultato.
Tuttavia, gli inventori del Made in, sono riusciti a dare prova di grande produttivita’ anche nella velocita’ di realizzazione di opere che non siano imitazione di qualcos’altro.
Nella provincia del Fujian, nel sud della Cina, 1.500 lavoratori hanno realizzato una linea ferroviaria in sole 9 ore.
Il segreto sta nell’organizzazione: gli uomini sono stati schierati in sette unita’ per affrontare compiti diversi contemporaneamente.
Mentre da noi ci si vanta dell’Alta Velocita’ sui binari (spesso accompagnata da ingenti ritardi, per bilanciare), in Cina possono vantarsi dell’Alta Velocita’ Manuale per costruire i binari.
Non e’ poco: se pensiamo a quanti minuti si accumulano perche’ i treni devono aspettarsi vicendevolmente, nella staffetta del chi arriva prima ritarda gli altri, puo’ dare l’idea di come rendere una ferrovia un posto piu’ efficiente.
Pensate a quante cose si possono realizzare in 9 ore: una tratta aerea Roma–Abu Dhabi, 2 puntate di Barbara D’Urso e adesso anche una linea ferroviaria.
In Italia, forse, 9 ore servono solo per ottenere il certificato di rilascio di inizio attivita’. Con una data approssimativa, molto approssimativa, sulla data di fine attivita’. Che cosa scrivono a farla poi, se quasi mai viene rispettata.
Cos’e’, una gara a chi sfora di piu’? O un’etichetta tipo la scadenza nei cetrioli? Preferibilmente, ma tanto non se lo fila nessuno.
Per una volta potremmo essere noi a imitare i Cinesi, mettendo da parte la burocrazia e schierando i nostri talenti migliori.
Perche’ ne abbiamo tanti, ma spesso ce ne ricordiamo al momento sbagliato: troppo tardi.